di e con Matthias Martelli, regia di Emiliano Bronzino, violoncello Lucia Sacerdoni, musiche originali di Matteo Castellan, scenografia Francesco Fassone, costumi Monica Di Pasqua, luci e fonica Loris Spanu. Produzione Teatro Stabile di Torino.
GIULLARANDO SU DANTE
Per la rassegna di Palco Off presso Zo Centro Culture Contemporanee, il 9 e 10 marzo, Matthias Martelli ha portato in scena una personale ed originalissima drammatizzazione della vita e della produzione poetica di Dante Alighieri, con lo spettacolo Dante tra le fiamme e le stelle. Accompagnato dalla musicista Lucia Sacerdoni con il suo violoncello, in uno scoppiettante monologo ha ripercorso le tappe personali, politiche, poetiche e amorose del più grande di poeti.
Siamo abbastanza abituati a spettacoli che portano in scena i versi dell’autore della Divina Commedia sotto forma di reading, di drammatizzazioni, di interpretazioni anche musicali. In questo caso l’approccio che Martelli ha avuto con Dante sta a metà tra il teatro di narrazione e la giullarata.
Dalla prima infanzia in una Firenze in tumulto, alla battaglia di Campaldino, all’amicizia con Guido Cavalcanti, all’incontro con Beatrice, alla condanna all’esilio, fino alle peregrinazioni della sua vita e alla morte a Ravenna nel 1321, tutte le tappe centrali della vita del Poeta fiorentino vengono ripercorse sul filo della memoria che si mescola con citazioni dalla Commedia e dalla Vita Nova. Le terzine si mescolano al linguaggio quotidiano della rievocazione e dei sentimenti: amore, attaccamento alla patria, ansia, nostalgia, rabbia. Nessuna intenzione accademica o didascalica ma intensa e convinta immedesimazione di un grande interprete che in questo caso usa il suo corpo e la voce per restituire vita e verità a quell’Artista che tutti conosciamo ma che scopriamo sotto una nuova luce.
Il pubblico catanese è affezionato a Martelli che, negli anni, ha portato i suoi spettacoli da Mistero Buffo a In nome del dio web a Raffaello il figlio del vento ecc. e, grazie alla collaborazione con Francesca Romano e Renato Lombardo, organizzatori di Palco Off, ha imparato ad entrare nel mondo di quel teatro fatto di mimica e pantomimica, di gramlot e gioco linguistico, di dialetto e trasfigurazione, di pathos e comicità.
Anche questa volta gli ingredienti ci sono tutti e, in più, c’è un nuovo effetto che amplifica la presenza dell’attore sulla scena con l’intervento della violoncellista Lucia Sacerdoni che commenta gli episodi, li accompagna e dialoga con il protagonista attraverso il suono dello strumento sulle musiche originali di Matteo Castellan. La Sacerdoni, poi, diventa anche Beatrice ma solo prestando il suo volto e le sue movenze alla voce dell’attore che ci fa sentire, per la prima volta, anche la posizione della donna tanto amata e sublimata. La comicità è esaltata al punto che la risata del pubblico costringe spesso Martelli all’interruzione ma il divertimento in questo spettacolo è assicurato così come la sorpresa nell’assistere a una ricostruzione così attenta, anche filologicamente -la consulenza storica è stata di Alessandro Barbero- e un’impostazione complessiva che entra ed esce continuamente dal testo di Dante. Il riferimento più acuto è quello in cui la condanna all’esilio che colpisce il Poeta viene giustificata con l’accusa per baratteria. E allora lì Martelli ricorre alle terzine più comiche e basse dell’Inferno, quelle del XXI canto, nelle Malebolge, dove la brigata dei diavoli tormenta, appunto, i barattieri in un passo che è una articolata costruzione teatrale carica di onomatopee, allitterazioni, aspre consonanze dal ritmo accelerato.
Il riferimento a Mistero buffo è costante: è evidente che Martelli ha talmente interiorizzato il rapporto con Dario Fo che quella del giullare, figlio della Commedia dell’Arte è diventata la sua propria maschera. Nel momento in cui il racconto si sofferma sull’episodio dell’incontro di Dante con Bonifacio VIII, la citazione da un brano del grande capolavoro che condusse Fo al Nobel è un omaggio palese.
Il viaggio tra le fiamme e le stelle è un percorso storico-letterario colto e di grande livello, che non è solo recitato ma vissuto integralmente con energia e istrionica bravura da un attore, preparato, umile al quale siamo molto grati per mantenere alta una nobile tradizione che ha arricchito la cultura italiana.