«Ester e il sovversivo» di Pierluigi Pedretti: una storia d’amore sotto la violenza fascista

«Ester e il sovversivo» di Pierluigi Pedretti: una storia d’amore sotto la violenza fascista

Chi siete?”

Ester. E voi?”

Ludovico.”

Che ci fate qua?”

Devo presentarmi ai carabinieri.

Mi sapete indicare la caserma?”

La donna lo fissò in silenzio,

poi sputò a terra e si allontanò veloce.

Era arrivato alla fine del mondo.

Pierluigi Pedretti con «Ester e il sovversivo» (Edizioni Efesto, pp.221, 15) esordisce nella narrativa dopo aver elaborato tematiche storiche e antropologiche in alcuni libri («Un demone in bicicletta», «Roma sul Savuto», «Calabria antica e moderna») e aver scritto centinaia di articoli e recensioni di saggistica e di letteratura. E lo fa con una scrittura asciutta e scorrevole, che coinvolge fin dall’inizio il lettore in una storia ricca di colpi di scena. Lo scrittore cosentino, fiero anche delle sue ascendenze nordiche, ha «raccolto» – come ama dire spesso – alcune storie tra la Calabria e il Trentino e, stimolato dalle persone vissute nei suoi luoghi del cuore, fonte primaria dellispirazione, ha poi profondamente rielaborato tutto con la fantasia, così come avviene solitamente quando si fa narrazione letteraria. Il romanzo è ambientato in due paesi immersi tra le montagne, Grimaldi in provincia di Cosenza e Fiavè in quella di Trento, in un affascinante intreccio che lega il Nord al Sud e viceversa, osservati attraverso la vita di Ludovico, il trentino punito con il confino alla «fine del mondo», e Ester, la «strega» calabrese, perfino ebrea. La vicenda principale si svolge in un anno, tra il settembre 1938 e la vigilia della seconda guerra mondiale. Si è nel pieno della dittatura fascista, da poco è stato proclamato l’Impero dopo la conquista dell’Etiopia, e sono state annunciate le leggi razziali antiebraiche. Il «sovversivo» giunge nel paesino calabrese nel pieno di un clima di terrore causato da un gruppo di miliziani che spadroneggiano contrastati da alcuni antifascisti locali che si oppongono in qualche modo alla loro violenza: «Maria sgranò gli occhi: dalla staffa penzolava un uomo, strascicato sulla schiena. Urlò di terrore, eppure si fece avanti per aiutare lo sventurato. Non ci fu nulla da fare: nel suo petto era conficcato un coltellaccio. Prima di svenire l’impugnatura di madreperla quasi l’accecòIn questo problematico contesto c’è, tuttavia, forse lo spazio per l’amore. Nasce dopo equivoci e cresce tra enigmi, misteri, violenze e altri ingredienti che arricchiscono la narrazione e rendono avvincente la storia. I quarantanove capitoli del romanzo sono brevi ma intensi: in una sorta di autonomia che facilita lapproccio ad una piacevole lettura. La struttura regge molti piani di interpretazione e determina non solo la forma ma contribuisce moltissimo alla sua qualità. La vicenda, o meglio, le vicende, che si intrecciano attraversano in realtà un periodo ben più lungo dell’anno di confino a cui è stato condannato il protagonista, intrecciandosi alla storia dell’intera Italia. Ester e Ludovico viaggiano nel tempo e attraverso la ricostruzione delle loro vite, il lettore si appassiona alle sofferenze affrontate, al loro amore: «Poggiò la mano sul fianco di Ludovico strofinando delicatamente lunguento sulle ferite. Mentre lei lo stendeva il trentino si sentì già meglio. Era da troppo tempo che una donna non lo sfiorava. Chiuse gli occhi e, per la prima volta, da che era morta la moglie, desiderò baciare Ester.» Il romanzo non è ordinato in progressione cronologica, perché gli anni scorrono avanti e indietro intrecciandosi alle vicissitudini dei tanti personaggi che vivono, soffrono o muoiono. Per dirla, come nel cinema, i co-protagonisti sono tanti, alcuni dei quali, come Rachele, la nonna di Ester, e il loro famiglio, il sordomuto Antonio, o Erminia, la moglie di Ludovico, rivestono un ruolo importantissimo che contribuisce a rendere il romanzo affascinante. Perfino alcuni tra i fascisti del paese risultano «attrattivi» nella loro malvagità. L’impegno del lettore è quello di ricucire la trama man mano che avanza nella lettura, invogliato a proseguire da una serie di colpi di scena che lo conducono alla sorprendente conclusione. L’epilogo stesso lascia spazio al mistero: muore o altrimenti vive l’amore?

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