La ceramica è un’arte molle e sostanziosa, si apprende tra terra e cielo. Infinite le sue maniere d’essere, ma la più nobile, la più concreta e nelle sue possibilità illimitata è quella che eleva il genio dell’Artigiano, lo inizia all’Esistenza. La ceramista Eliana Adorno conosce un linguaggio segreto, un saggio intermezzo di tagli e colori, di modi di stendere la materia capricciosa nell’interpretare un mondo Altro: il bosco dell’immaginario, l’indefinito senso del religioso arcano che cespuglia la mente dell’uomo-bambino. Sono teste solitarie, eppure tante e preziose, e in odore di santità, celebrano un tempo non restituito, il fragile introspettivo Io sperduto e piccino che cerca la sua strada e nel viaggio della Vita incontra spiriti divini.
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Hanno nomi che evocano luoghi ameni, misteriosi, filtrati dai raggi della luna, lungo la corrente dei fiumi, nello sgretolarsi delle rocce, col dondolio delle campanule e delle spighe in ogni stagione. Sui loro volti, bianchi e velati, neri e scintillanti, riemergono le tracce degli animali notturni, i segni indecifrabili di antiche memorie: sono la dea dell’acqua, il dio della foresta, il folletto del bosco, la dama dei fiori. Hanno gli occhi chiusi, parlano alla mente di chi si perde e non riconosce più la strada. Sono le anime leggere delle conversazioni infantili, le immagini dei sogni mai dimenticati in una giostra di gechi, sassi, muschi e filigrane. Si tratta di opere che andranno ad animare una mostra internazionale itinerante che ha già il sapore dell’avventura. Dopo tutto la siciliana Eliana Adorno è un’artista dall’indole multiforme. È la creatrice delle Femelles, le donne silenziose che sfidano il cielo, presenti in collettive prestigiose come “Quadrilatero del Contemporaneo” a Palazzo Ducezio (Noto, 2017), “Confluire” alla galleria Arte al Centro (Catania, 2017) e “Sidefire” a Palazzo della Cultura (Catania, Beniamin Art Collection, 2018), e nel 2017 protagoniste assolute di una raffinata personale dal titolo “Quintessenza” al Museo Etnografico Nunzio Bruno di Floridia (Siracusa).
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Di certo non dimentichiamo la partecipazione dell’Adorno nel 2002 alla mostra internazionale “Grottaglie e il Mediterraneo – Il colore nelle terre del sole” e nel 2003 alla collettiva “La Table du Musèe” al Museum Expressions al Palais des Congrès di Parigi, dove nel 2005 è intervenuta all’esposizione “La Sicilia”. Da lì a poco il Palais des Congrès presentò in modo permanente le sue opere nell’ambito di “Casa Sicilia”, grazie a un partenariato con il Museo regionale della ceramica di Caltagirone, istituzione con cui la ceramista siciliana ha collaborato per anni. Il suo estro si è anche imposto nel 2005 all’allestimento “Tra Vele e Venti, rotte mediterranee della ceramica” nell’ambito dell’American’s Cup a Trapani e nel 2007, quando la Adorno è stata nominata tra le “Eccellenze artigiane iblee” nella mostra permanente dell’artigianato artistico alla Camera di Commercio di Siracusa, e l’anno successivo in occasione di un’esposizione, anch’essa permanente, di manufatti in ceramica e vetrofusione alla Galleria dell’Eccellenza Artigiana ne “La Cittadella del Mastro Artigiano” a Prarolo (Vercelli). Infine, sue sono le sculture realizzate per conto di Civita Sicilia come premi di “Comunicare l’antico” (Giardini Naxos, III e IV edizione, 2020 e 2021) che espongono le antiche tecniche decorative dello “sgraffio”, del colombino e dell’ingobbio. Opere pregiate che parlano di amore per il passato, il perduto, il ritrovato.