Incrocio di colori e culture al Naranji Festival di Lentini
Molto autorevolmente è stato detto una volta che non esistono razze diverse, ma una sola: la razza umana. E non solo la storia (ancora troppo lentamente purtroppo) ma l’esperienza di ciascuno di noi continuano a dimostrarci la profonda verità di questa espressione. Solo che è una verità difficile da agire, perché non può essere (o non essere più) una verità teorica, anche se sancita dalle leggi, e deve diventare sempre più una verità esperienziale, farsi vita passando primariamente dai corpi delle persone. E che cosa, meglio della danza contemporanea, può esprimere con esattezza questo concetto? Raccontiamo dell’anteprima internazionale di “Cross Roads/Inhabiting the world”, vista a Lentini l’8 luglio (Palazzo Beneventano) nel contesto dell’interessante “Naranji Festival”, organizzato dal 4 al 10 luglio dalla Compagnia Petranura Danza di Salvatore Romania e Laura Odierna. Uno spettacolo quadripartito legato al bando internazionale del Ministero della Cultura “Boarding Pass”, ideato e promosso da Dancehaus più (Centro nazionale di produzione della danza) e dal Festival MILANoLTRE, dal festival “La Sfera Danza” (di Padova), da Megakles Ballet di Lentini, con la collaborazione speciale dell’EurAsia Dance Project International Network diretto da Stefano Fardelli.
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Un collage di quattro perfomances nate da esperienze di residenza di quattro artisti in paesi diversi e in contesti culturali e artistici “altri” rispetto al proprio: Passage (ispirato alla cultura messicana), concept, coreografia, interpretazione di Girish Kumar Rachappa, musica di Ricardo Cruz; Hear me moo (ispirato alla cultura indiana), idea, coreografia e interpretazione Matteo Sedda, visual artist Rudra Kishore Mandal, musica di Hao Wu; Gar Tombe (ispirato alla cultura senegalese), coreografia e interpretazione di SLY/ Mattia Quintavalle, musica di Karim Mansaly; Light Darkness (ispirato alla cultura libanese), coreografia e interpretazione di Marta Wolowiec, video artist Fady Sabra, musica di Wojciech Kiwer. Si tratta di un’operazione interessante che, pur in uno stadio di anteprima, è apparsa in tutta la forza creativa del suo concept fondamentale: le culture vivono e si sviluppano nell’impura materialità dei corpi, nella sessualità che esplode e vibra fuori da ogni forma culturalmente prestabilita, nell’incontrarsi e abbracciarsi di uomini e donne, nel loro reciproco proteggersi e nutrirsi e sporcarsi, nell’alternarsi colorato e tragico – persino sacro – di luce e oscurità, di sofisticazione mentale e/o spirituale e di semplice vitalità basso-corporale, nel fondersi di musica, danza, parola, colori (e ancora odori e sapori) in un’unica emozione. Da correre a vedere, in prima assoluta, il 27 e il 28 settembre nel teatro Elfo Puccini (Sala Fassbinder) nel contesto del festival Milanoltre 2022.Una parola ancora va detta sul la qualità e sul senso complessivo del Naranji Festival in prima edizione a Lentini (nel titolo un’allusione ironica alle arance, ovvero il frutto tipico del territorio lentinese): evento interessante, colto, ben strutturato, perfettamente organizzato, fondato nel contesto di un dialogo proficuo e autentico con il mondo della migliore danza contemporanea italiana. E non c’è da meravigliarsi se si conoscono la caparbietà, la forza incrollabile, i sacrifici, la competenza con cui Laura Odierna e Salvo Romania vivono l’esperienza quotidiana del loro lavoro artistico. Un lavoro che, da qualche anno e sempre di più, va sposandosi con quello altrettanto interessante di un gruppo di jazzisti guidato da Carlo Cattano. Così come occorre sottolineare la bellezza degli spazi di Palazzo Beneventano: un palazzo/castello che veramente sembra fatto apposta per accogliere non solo questo Festival, ma soprattutto la creatività e il lavoro quotidiano di questi due importanti coreografi. La speranza è che adesso il territorio, nelle sue articolazioni politiche e amministrative, si renda conto di questa ricchezza e sappia accoglierla, proteggerla e valorizzarla.
Crediti fotografici: Eros Brancaleon