Se i gesti de «Il trionfo della morte» diventano danza

Per capire come lavora Viriglio Sieni occorre aver chiaro quale natura abbia e dove si colloca la scaturigine di senso della sua danza. E non occorre sforzarsi troppo perché, in effetti, è lo stesso coreografo che organizza il suo lavoro in modo tale che il pubblico possa avere delle concrete coordinate di senso e dei momenti in cui queste coordinate di senso vengono in qualche modo condivise, ripensate criticamente, meditate ed esplorate insieme e poi diventano materia viva e condivisa in luoghi concreti della storia e della bellezza del nostro paese.

L’artista ha dunque eletto “il gesto” come concetto chiave della sua ricerca e intorno a esso non solo fa gravitare continuamente la sua osservazione (quasi un rovello filosofico), il suo studio, la sua ricerca coreografica, ma soprattutto invita a riflettere criticamente nei momenti corali che organizza e gestisce in luoghi del nostro paese che avverte come particolarmente pregni di storia, di senso, di bellezza (da Firenze a Palermo, da Milano a Genova e poi davvero in mille altri luoghi più piccoli ma altrettanto notevoli). Raccontiamo questa volta dell’esperienza di ricerca sul gesto che Sieni, ne contesto del progetto “Officina del Gesto”, ha tenuto a Palermo dal 5 al 12 settembre: un ciclo laboratoriale rivolto a cittadini, danzatori artisti e performer nel meraviglioso spazio dell’Oratorio dei Bianchi nel quartiere della Kalsa con al centro una riflessione sul gesto nell’affresco del “Trionfo della morte” custodito nel museo di Palazzo Abatellis; venerdì 9 settembre un suo assolo/meditazione site specific (“Col tempo”) proprio nella sala di questo straordinario affresco e a seguire, nel cortile del Museo una lezione aperta ai cittadini; lunedì 12, infine, “Notturno” un’altra perfomance site specific, di nuovo nell’Oratorio dei Bianchi, la partecipazione delle danzatrici Delfina Stella, Simona Miraglia, Sabrina Puleo. I due momenti di danza hanno preso spunto dalla gestualità presente nei personaggi del misterioso affresco quattrocentesco, dispiegandosi e incarnandosi nel corpo dello stesso Sieni e delle danzatrici: gesti che indicano sorpresa, dolore, spasmo, schianto, violenza bestiale e furiosa, una straordinaria gamma di emozioni e di pensieri ulteriori che non solo indicano la tranche de vie storico-politica in cui accade l’evento (sempre inatteso) della morte. Diventa centrale l’idea che la morte abbia una sua presenza efficace nella vita e nel tempo e che anzi il tempo stesso sia, in qualche modo, la funzione primaria della morte. Ritorna dunque, anche in questo caso, quel carattere di riflessione incarnata e sapienziale che va assumendo sempre di più il lavoro artistico di Sieni.

Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, Palermo

A cura di Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni

Ideazione, regia, coreografia di Virgilio Sieni

Assistenza artistica Delfina Stella

Assistenza al progetto Simona Miraglia

Musica Fabrizio Cammarata

Crediti fotografici: Marco Lapis e Paolo Peloso.

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