L’ALTRO FIGLIO di Luigi Pirandello, all’interno di Tholos festival.

 

Adattamento e regia di Nino Romeo, con Graziana Maniscalco, Emanuela Muni, Salvo Valentino, Pietro Cucuzza, e con la speciale partecipazione del soprano Mata Zerbo, costumi Umberto Naso.

 

Ci sono dei luoghi, in questa nostra Isola meravigliosa e martoriata, che restano ancora da scoprire nella loro bellezza e nel loro interesse paesaggistico e storico.

Parliamo, in questo caso, del territorio dei Nebrodi, catena di monti che dall’Etna si collega alle Madonie.

In una parte dei Nebrodi, tra i piccoli centri di Floresta, Ucria, Raccuja,  sono presenti, sparsi sui monti circostanti i borghi, numerosi piccoli edifici di forma circolare ad unico ambiente conclusi da una cupola e costruiti in pietra a secco, localmente chiamati cubburri, ma noti col termine con cui vengono designati gli edifici simili sparsi per tutta l’area mediterranea: Thòlos.

Per fare scoprire questi siti di interesse archeologico e la natura di un paesaggio ancora integro da contaminazioni antropologiche è nato Tholos festival, su iniziativa del CTS Centro Teatrale Siciliano, per la direzione artistica di Nino Romeo.  Già nel 2017 Nino Romeo e Graziana Maniscalco promossero la prima edizione del festival che, quest’anno, grazie anche al partenariato con i tre Comuni coinvolti, ha preso il via a metà luglio e procederà per tutto agosto.

 

Tante e diverse le proposte , “abbiamo tenuto conto, oltreché della qualità delle proposte ospitate, dell’organicità della programmazione, basata sulla varietà e l’eccellenza delle espressioni artistiche della e nella Sicilia  così Nino Romeo spiega le scelte operate.

In cartellone sono stati inseriti spettacoli di musica popolare con l’esibizione di Alfio Antico, una conferenza-spettacolo dello chef Carmelo Chiaramonte, racconti popolari del Pitrè, performance della Marionettisitca dei Fratelli Napoli e allestimenti originali.

Gli spettacoli sono realizzati nei tre centri; particolarmente suggestiva l’idea di realizzarne due  curati nel testo e nella regia dallo stesso Romeo, in aperta campagna- un en plain air totalizzante- con la cornice, appunto, dei tholos.

Abbiamo assistito, nella serata del 6 agosto, alla piéce L’altro figlio, adattamento e regia di Nino Romeo della novella di Luigi Pirandello, tratta da Novelle per un anno.

La vicenda del racconto è abbastanza nota, soprattutto dopo il film dei fratelli Taviani, Kaos, del quale rappresenta il primo episodio; è una storia tutta siciliana, dal contenuto tragico che racconta il dolore di una madre che non vede i suoi due figli da molti anni, da quando questi sono partiti per cercare in America quella fortuna che spinse, negli anni, migliaia di siciliani a partire sulle grandi navi a vapore verso una speranza di sopravvivenza.  Al dramma individuale della madre e del figlio rifiutato fa da sfondo il dramma collettivo delle donne del paese abbandonate dai propri uomini partiti per l’America -la prima grande emigrazione del popolo siciliano tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento (note di regia)

Lei, Mariagrazia,  poverissima e sola, si reca da una donna, Ninfarosa, perché le scriva una lettera per i suoi figli, una lettera da affidare a chi parte per l’America. Ma Ninfarosa non la scrive quella lettera, sempre uguale nel tempo, alla quale nessuno ha mai risposto, perché lo sa che sarebbe inutile; simula di scrivere ma la prende in giro, la burla, “per pietà”.

Un medico si accorge dell’inganno e allora chiede il perché a Ninfarosa e la donna comincia un racconto che innescherà, come quasi sempre in Pirandello, un’inchiesta alla ricerca di una verità, la verità, su un altro figlio che la madre avrebbe ma non avrebbe mai riconosciuto come tale.

Il racconto passa al giovane Rocco Trupia, il terzo figlio, che confessa al dottore di desiderare l’affetto di quella madre che lo rinnega, di averle offerto tutto il suo aiuto e il rispetto dovuto a una madre ma non avendo ottenuto mai nulla.

In un crescendo di drammaticità e di enfasi, la voce passa finalmente, direttamente alla madre che, sollecitata dal dottore, procede a ritroso con la memoria in un percorso di dolore che la porta indietro fino alla violenza brutale e aberrante dalla quale era nato quel figlio, innocente lui, che lei aveva subito rifiutato, allontanato, scacciato dalla sua vita.

Nelle parole di Mariagrazia che ricorda, Pirandello ci regala una pagina di testimonianza storica sugli eventi efferati che accaddero in Sicilia dopo l’arrivo di Garibaldi. un racconto dove viene fuori la brutalità di un mondo selvaggio, dove il male si compie spietatamente e travolge e stravolge la  sua vita fino a farla impazzire, anche se lei rinnega di essere “matta… magari fossi matta!”

Rispetto alla novella di Pirandello, il testo di Nino Romeo innesta scene e partiture non presenti nuove e, soprattutto, frammenti musicali da arie antiche siciliane,  raccolte, arrangiate ed eseguite dal vivo dalla soprano Mata Zerbo, direttrice del coro di Versailles

L’interpretazione è affidata a quattro bravi attori che sono stati davvero in grado di emozionare: Salvo Valentino, il medico, Pietro Cucuzza, l’altro figlio, che rende la sua versione dei fatti carica di pietas e disperazione, Emanuela Muni, una Ninfarosa spietata nella lucidità del suo cinismo concreto e desolato, e poi Graziana Maniscalco che ha saputo rendere il personaggio della madre affranta e della donna violata in un crescendo di angoscia e memoria, solitudine e terrore, trasformandosi, fisicamente e nella voce, nel momento del racconto atroce che consegna alla visione dello spettatore frammenti di ricordi come fotogrammi vividi e precisi che scuotono e commuovono.

Aver scelto un testo così cruento, così selvaggio, e averlo portato in un luogo altrettanto selvaggio, incontaminato ed evocativo è stata una scelta coraggiosa, sicuramente complessa, ma nettamente riuscita. Quel luogo, quel testo e quegli interpreti, la regia (sobria che si fida e si affida alla sapienza degli attori) hanno reso questo momento del festival un frammento di bellezza artistica nella natura.

Il festival prosegue fino alla fine del mese di agosto con altri eventi di sicuro interesse

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