“Malapace” di Francesca Veltri vince l’edizione 2023 del Premio Muricello

Una gradevole serata di mezza estate, un’elegante location immersa nel verde, l’azzurro scintillante di una piscina, musica dal vivo raffinata e ricca di contaminazioni e, ovviamente, ottimi libri. Sei opere di narrativa accuratamente selezionate da una giuria attenta e competente. Questi gli elementi della prima serata del Premio Muricello, svoltasi il 17 agosto nell’incantevole cornice dell’agriturismo Manfredi di San Mango d’Aquino. Il Premio, ideato e presieduto da Antonio Chieffallo, è giunto ormai all’undicesima edizione e può ben considerarsi un appuntamento consolidato e di prestigio dell’estate calabrese. Tema dell’edizione di quest’anno, articolata in due serate, il 17 e il 18 agosto, è “il diritto alla dignità”. Nel corso della prima serata, quella che ha assegnato il premio per la narrativa, presentata con maestria e piglio deciso dal giornalista e conduttore radiofonico Ugo Floro, i sei finalisti si sono succeduti in una serie di brevi talk, ciascuno presentato da un componente della giuria, lo stesso che ha proposto la candidatura dell’autore in questione. Ogni autore ha così avuto modo di illustrare la propria opera al numeroso pubblico presente nel giardino dell’agriturismo Manfredi. Angela Bubba, giovane scrittrice di Mesoraca (KR) che da anni vive a Roma, ha parlato del suo romanzo biografico, Elsa (Ponte alle Grazie), incentrato sulla vita e l’opera di Elsa Morante, probabilmente la più grande scrittrice del Novecento italiano, che Bubba ha messo al centro anche suoi studi universitari, pubblicando fra l’altro un saggio – Elsa Morante madre e fanciullo (Carabba), vincitore del Premio Elsa Morante Sezione Critica, contenente una sua felice intuizione, potremmo definirla un’autentica scoperta critica, ovviamente suffragata da prove documentarie – relative al complesso rapporto della Morante con la maternità. A interloquire con Angela Bubba è stata la blogger Ippolita Luzzo. Francesca Veltri, ricercatrice presso la Facoltà di Sociologia dell’Università della Calabria, presentata dallo scrittore e critico Antonio Pagliuso, ha illustrato il suo Malapace (Miraggi edizioni), romanzo storico ambientato nel 1944 in un campo di prigionia alleato della Francia appena liberata, dove si incontrano François, comunista accusato di collaborazionismo, e Antoine, fascista convinto. Antoine costringerà François a rievocare diversi episodi della sua vita, fino alla scelta più sofferta: collaborare con il regime fascista di Vichy nel tentativo di fermare la guerra e l’eccidio di milioni di persone, sebbene questo significhi agire contro i propri compagni comunisti e contro i propri amici, nella convinzione che la pace debba essere preservata a ogni costo, anche quello di stringere un irrevocabile patto col diavolo. Altra finalista, la giornalista Annarosa Macrì; il suo romanzo, Sarti volanti (Rubbettino) presentato da Francesca Berardelli (in vece di Gabriella Cantafio), racconta due storie difettose e imperfette, da aggiustare e correggere, come si fa scrivendo, ma anche cucendo. Martino Ciano, giornalista e direttore responsabile di Digiesse News, testata giornalistica dell’emittente radiofonica Radio Digiesse di Praia a Mare, presentato da Letizia Cuzzola, ha illustrato il suo Itinerario della mente verso Thomas Bernhard (A&B edizioni), storia che indaga i conflitti e gli incubi di un microcosmo familiare. Aldo Mazza, biologo e giornalista pubblicista, autore di diverse opere di narrativa, presentato dalla giornalista Rosalba Baldino, ha raccontato del suo L’arcobaleno nelle mani (Falco Editore), storia di amicizia, inclusione e diversità, ambientata in un piccolo centro della presila cosentina, San Pietro in Guarano, lo stesso in cui vive l’autore. La vicenda si snoda in un arco temporale ampio che va dal ventennio fascista fino al boom economico e segue le vicende di quattro uomini che si incontrano in un periodo storico, quello della dittatura fascista, in cui a dominare è la prepotenza, la prevaricazione, il sopruso, il disprezzo e l’emarginazione di qualsiasi debolezza. Salvatore Franco, con Padrone e sotto (pubblicazione indipendente), presentato dalla scrittrice e attrice teatrale Angelica Artemisia Pedatella, ci ha condotti invece nella vita quotidiana di un paese di lingua arbëreshë, eseguendo poi alla chitarra un canto tradizionale nella medesima lingua. I talk con gli autori sono stati intervallati da piacevoli intermezzi musicali affidati al raffinato duo Amejma Musica, composto dalla cantante Nives Raso e dal chitarrista Lorenzo Jorio. I due artisti hanno impreziosito la serata eseguendo brani nei quali le sonorità portoghesi si sono alternate a quelle partenopee e a quelle americane creando un’atmosfera ricercata e piacevole. Ad avere la meglio sugli altri finalisti è stata Francesca Veltri, con il suo Malapace. La Veltri, che ha anche avuto una segnalazione all’ultimo Premio Strega, su proposta di Laura Massacra, succede nell’albo d’oro del Muricello a Elena Giorgiana Mirabelli, che l’anno scorso aveva trionfato con il romanzo breve Maizo (Zona 42 edizioni). Francesca Veltri è stata finalista al Premio Calvino nel 2002, mentre nel 2015 si è classificata seconda nel concorso letterario nazionale Rai La Giara (La Giara d’Argento). Il suo primo romanzo, Edipo a Berlino, è uscito nel 2019 per Divergenze Edizioni. Nel corso della serata un premio speciale è stato assegnato all’antropologo Mauro Francesco Minervino (il cui libro più recente, edito da Exòrma, si intitola Verso il Mar Ionio. Un vittoriano al Sud), che rievocando la propria storia personale ha ricordato di essere cresciuto, lui figlio di ferroviere, tra la stazione e il mare di Paola, studiando all’Unical perché la famiglia non poteva permettersi di mantenerlo agli studi in un’università più lontana e di essere poi partito da lì alla scoperta del mondo. Ha anche sottolineato come la sua disciplina, l’antropologia culturale, non sia più in grado, in una realtà sempre più complessa e complicata come quella odierna, di fornire modelli di previsione del futuro, aggiungendo che la Calabria andrebbe osservata e studiata con uno sguardo equo ed equidistante tanto da campanilistici autocompiacimenti quanto da eccessive e sterili lamentazioni. La seconda serata del Premio, in programma il 18 agosto presso la Biblioteca Comunale e nell’anfiteatro di San Mango d’Aquino, è stata invece incentrata sul tema cardine di questa edizione, il diritto alla dignità, premiando delle personalità che si sono impegnate e distinte nella realizzazione piena di tale diritto, fra i premiati anche Salvatore Borsellino – fratello del giudice ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992 – per le sue battaglie contro la criminalità organizzata e per l’impegno profuso nella ricerca della verità riguardo all’attentato che costò la vita al fratello Paolo e alla sua scorta. Durante la serata, anche il ricordo di Emanuele Giacoia, figura storica della Rai calabrese. Il Premio Muricello, con la sua opera di promozione culturale ma anche di valorizzazione del territorio, rappresenta indubbiamente una realtà importante, che ha saputo ritagliarsi nel corso degli anni caratteristiche peculiari e un ruolo di indubbia qualità. L’auspicio è quello di continuare a crescere nel tempo, divenendo sempre più un aggregatore di forze sociali positive e un faro per chiunque, in questa regione, creda che la cultura sia tutt’altro che una voce improduttiva nei bilanci delle amministrazioni locali.

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