«Maratona Rabito» a Fabbricateatro dal 30 novembre al 4 dicembre 2022: “La crante querra”

Quando, nel 2007, «Terra matta» di Vincenzo Rabito venne pubblicato, fu subito un clamoroso caso editoriale. Mentre i critici letterari discettavano se si trattasse di letteratura, i lettori di tutta Italia accorrevano nelle librerie, incitati da un passaparola travolgente. Nacque il rabitese, aggettivo e sostantivo. I rabitesi usavano interiezioni ed espressioni tratte dal libro, creando complicità tra loro; si riunivano per leggere pagine di «Terra matta.» In effetti, quell’autobiografia che copre settant’anni cruciali della storia d’Italia (dalla prima guerra mondiale, la crante querra, sino agli anni Settanta), raccontata nella lingua di un inafabeto (come si definisce lo stesso Rabito), autodidatta non scolarizzato, costituisce un unicum della scrittura memorialistica. Il tentativo dell’Autore di raccontarsi in italiano formale gli consente di creare un linguaggio suo proprio, irriproducibile per termini e sintassi, e, dunque, originale; un linguaggio che può apparire ostico al primo approccio, ma che diventa, con il procedere della lettura, un vortice lessicale che ha risucchiato migliaia di lettori in Italia dai quali è sorto il clan nazionale dei rabitesi. Ad anni dalla pubblicazione di Terra matta, Giovanni Rabito, figlio di Vincenzo, rovistando tra le carte del padre, ritrova un secondo dattiloscritto di 1486 pagine: lavora per anni alla revisione e all’adattamento di questo secondo scritto e lo dà alle stampe con il nome di «Romanzo della vita passata». Questa seconda autobiografia ripercorre le tappe della prima, arricchendola di episodi e di particolari; ma se ne distacca, soprattutto, perché l’Autore pare aver assunto maggiore consapevolezza e padronanza della scrittura. Noi di CTS, abbiamo chiesto a Giovanni Rabito di ricavare dai dattiloscritti del padre un testo che avesse un destino scenico da cui, poi, Nino Romeo ha ricavato un copione teatrale allineato al progetto di rappresentazioni che ora proponiamo. Si tratta della Prima parte dell’autobiografia di Vincenzo Rabito, «La crante querra», divisa in Cinque Capitoli che saranno rappresentati in cinque giornate consecutive da quattro attori che si alternano secondo lo schema sopra descritto. Una proposta ardita che siamo certi richiamerà i rabitesi anonimi e in quiescenza sparsi in città ed accosterà a questo unicum del Novecento letterario spettatori che non ne sono stati lettori ma lo diventeranno, siamo certi, dopo questa esperienza.

«La crante querra» – programma:

mercoledì 30 novembre, ore 21,00:

Come li tope dentra la rattera

con Graziana Maniscalco e Pietro Montandon

giovedì 1 dicembre, ore 21,00:

Erimo nelle più profonde luoche dell’inferno

con Pietro Montandon e Matilde Piana

venerdì 2 dicembre, ore 21,00:

Avante Savoia!

con Matilde Piana e Emanuela Muni

sabato 3 dicembre, ore 21,00:

E addio la mia bella Francesca

con Emanuela Muni e Graziana Maniscalco

domenica 4 dicembre, ore 18,00:

Quello revolozionario Benito Mussoline

con Graziana Maniscalco, Pietro Montandon, Emanuela Muni, Matilde Piana

 

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