Il Borges d’annata: “Una entrevista a Borges. An interwiew with Borges” di Fabian Spagnoli per Damocle edizioni

Fabian Spagnoli, «Una entrevista a Borges. An interwiew with Borges», introduzione di Carlo Alberto Peruzzi, Damocle Edizioni, Venezia, 2023, euro 30,00

Un altro piccolo cameo si aggiunge alle pubblicazione della Damocle dell’infaticabile Pierpaolo Pregnolato. E’ infatti uscita «Una entrevista a Borges» di Fabian Spagnoli nella doppia versione spagnolo-inglese con la consueta scrupolosa curatela di Carlo Alberto Peruzzi. L’incontro con l’immenso scrittore argentino risale al 1980, quando Spagnoli, ancora sedicenne studente che lavorava per una radio uruguaiana trova il numero di Borges nell’elenco e goffamente chiede l’intervista alla moglie e si precipita a casa dello scrittore nonostante non abbia preparato alcuna domanda: il che, paradossalmente, rende più scorrevole e vera la conversazione.

Proprio per questo nel libro l’autore ha volutamente mantenuto le ripetizioni tipiche del linguaggio orale in cui si alternano spagnolo, inglese, francese e castigliano. Il primo ricordo è la «mano tiepida» dello scrittore, la sua gentilezza, «la extrema amabilitad y receptivitad» quando viene accolto in calle Maipù a Buenos Aires. E’ un colloquio a tutto tondo nel quale Spagnoli e Borges, riannodando pure i comuni ricordi che legano entrambi alla Svizzera e a Ginevra in particolare (il padre di Spagnoli era nato proprio lì), discettano su ogni argomento: filosofia, letteratura, religione, e ancora di bambini e di gatti, di Shakespeare e di Dante, delle quattro città che Borges considera sue patrie: Buenos Aires, Ginevra, Montevideo e Austin, Texas nella quale aveva trascorso quattro mesi assai felici insegnando letteratura argentina. Ovviamente si discute anche del fascino che il labirinto e l’ordine del cosmo hanno esercitato su Borges, argomenti che lo scrittore lega filosoficamente alla costante mancata assegnazione del Nobel: «perdido la cuenta de los anos en que me postulan como candidato para el premio, se habla de eso y luego se lo dan a otro […]. Si el ano que viene me dan el premio… es entonces caramba, es una pequena prueba de que no hay un orden en el mundo». Singolare anche le riflessioni sul futuro delle lingue, soprattutto l’inglese (ma solo per ragioni commerciali) e dello spagnolo. Quando poi il giovane Spagnoli gli chiede di dare un consiglio alle nuove generazioni, Borges si schermisce con la sua solita ironia e glissa: «Non mi sento di dare consiglio a giovani… la mia vita è una serie di errori».

foto: Ferdinando Scianna

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