Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello, Spazio Bis di Catania

Ancora Pirandello, un altro Pirandello, necessario e universale Pirandello. La rassegna Classici Sguardi della compagnia Buio in sala si è aperta, quest’anno, con una versione rinnovata dei Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello.

Il dramma dell’incomunicabilità, del contrasto fra la vita e la forma, il dramma che cerca se stesso, il teatro nel teatro, la vicenda intima che si fa scena per essere compresa e vissuta fino in fondo, lo scandalo che porta alla tragedia, tutto questo è contenuto nel capolavoro che Pirandello mise in scena per la prima volta al Teatro Valle di Roma nel 1921.

Da allora, da più di cent’anni, le rappresentazioni sono state numerosissime in tutto il mondo; malgrado ciò, ogni volta che ci si accosta a questo testo si percepisce un’emozione nuova e il senso profondo di ogni battuta, di ogni singola parola, ci porta a una riflessione diversa.

Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sè, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo d’intenderci; non c’intendiamo mai!

Il lungo discorso del Padre, con cui egli cerca di convincere il capocomico a prendere a cuore la loro triste sorte e a dargli corpo, nelle parole e nei gesti degli attori, questo discorso, ascoltato oggi, nell’epoca dell’ immagine, della falsificazione, delle narrazioni che stravolgono la realtà per consegnarne forme modificate, ci raggela per la profonda autenticità che l’autore siciliano aveva colto e fissato eternamente nella sua letteratura.

Per Buio in Sala, l’adattamento e la regia sono stati curati da Giuseppe Bisicchia, coadiuvato da Massimo Giustolisi (fondatori entrambi della compagnia), che abbiamo visto anche nel ruolo del Padre, mentre Giustolisi interpreta il Capocomico. L’operazione svolta la si può certamente definire intellettualmente onesta e corretta nell’originalità della rilettura del testo, che si completa con citazioni pertinenti di altri autori -Mary Shelley e William Blake- che hanno trattato il tema della paternità e dell’autorialità, e nell’impostazione scenica.

“I personaggi- spiega  Bisicchia- sono dipinti come figure emarginate e reiette ma vive, (in)definite dal grado di consapevolezza di ciascuna, immagini abbozzate che trovano forma solo nell’essere raccontate: da Pigmalione a Prometeo, da Frankenstein a Pinocchio, molti sono i rimandi letterari alla creatura/figlio che cerca riconoscimento dal creatore/padre, una paternità sognata e una pretesa identità che sono ormai temi fondamentali della nostra cultura”.

L’onestà dell’operazione è quella di affidare gran parte della piéce ad allievi della stessa scuola di recitazione che i due artisti catanesi da anni hanno creato e seguono offrendo agli studenti-attori una reale possibilità di confronto con professionisti dello spettacolo e una palestra efficace della quale i ragazzi si sono dimostrati nettamente all’altezza.

Così abbiamo ammirato, accanto a Bisicchia e Giustolisi, Lara Torrisi, Giulia Epaminonda, Matteo Castiglia nei ruoli della Madre, della figliastra e del figlio. Silvana D’anca, in quello di  Madama Pace. Hanno interpretato gli attori che nel dramma di Pirandello accettano di incarnare le persone che devono diventare personaggi, gli allievi Sofia Bellia, Salvo Casella, Anastasia Caputo, Anastasia Cino, Antonio Costantino, Giuseppe Lanza, Riccardo Leone, Valeria Paternò Castello, Martina Porto, Maria Clelia Sciacca, Donato Urso e i piccoli Basilio Marino e Ginevra Nicastro allievi dei corsi per bambini e ragazzi.

Giuseppe Bisicchia è un Padre tormentato e angosciato che non si è liberato dal senso di colpa e ancora ossessionato dalla seduzione che la figliastra ha esercitato su di lui. Nella scena del ricordo dell’incontro con la ragazza, nella bottega di Madama Pace, questa seduzione è palese, esplicita, forte e coinvolgente, come l’intesa, nella parte dei dialoghi diretti, tra i due attori protagonisti che creano un  giusto equilibrio tra ironia (Giustolisi ha i tempi e i toni perfetti per il personaggio che si appassiona alla vicenda della famiglia) e introspezione psicologica.

Lo spettacolo è andato in scena il 10, 11 e 12 novembre, presso lo Spazio Bis.

 

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