Un libro per raccontare Federico II attraverso la sua corte, crocevia di cultura, sapienza e scienza

Un libro per raccontare Federico II attraverso la sua corte, crocevia di cultura, sapienza e scienza

Il dibattito storiografico sul ruolo ricoperto da Federico II di Svevia, dell’intenso dialogo tra culture e saperi, tra Occidente e Oriente si arricchisce di un pregevole contributo: “Sapienza, scienza e culture alla corte di Federico II di Svevia. Gli uomini”, il volume a cura di Francesca Manzari, Luciana Pepi, Patrizia Sardina e Patrizia Stallo, prefazione di Marcello Pacifico, edito da Officina di Studi Medievali. Il libro offre una panoramica approfondita sulla corte federiciana, sull’intenso dialogo tra culture e saperi, in Occidente e in Oriente, esplorando la figura dell’Imperatore come promotore del rinnovamento culturale di quel tempo. Attraverso un approccio multidisciplinare, cambiando anche il punto di vista sulla storia e attraverso lo studio sui personaggi presenti alla sua corte, il libro esplora come le diverse tradizioni culturali – latina, araba, ebraica e greca – si incontrarono e si influenzarono reciprocamente, rendendo la corte di Federico II un vero e proprio crocevia di saperi la cui eredità culturale si tramanda ancora oggi. “Parlare di Federico II, a mio parere, è un’occasione, – racconta Marcello Pacifico autore della prefazione e del capitolo Ermanno di Salza e la riforma imperiale di un regno di pace e di giustizia – ma non sarà l’unica, perché questo sarà il primo di tanti. Il prossimo volume dovrà essere, probabilmente, sulle donne alla corte di Federico II, per cercare di capirne il ruolo. La sfida è stata quella di realizzare un libro su Federico II attraverso argomenti diversi, tutti nello stesso volume, ma abbiamo soprattutto trattato un tema che non era così scontato: gli uomini. Allo stesso modo, prevediamo un altro volume, probabilmente, incentrato sul dialogo e il rapporto con le culture presenti alla corte di Federico II. Federico II è il sovrano che viaggia più di tutti, raramente risiede più di due o tre giorni in una città, o in un continente. Con l’Imperatore viaggia anche la sua corte, che è essenzialmente una corte itinerante, senza luogo fisico. All’interno della corte si discute della parola di Dio, per fare un esempio, però si discute su questo tema con una visione più ampia. A livello iconografico mi viene in mente l’immagine della rappresentazione dell’incontro di S. Francesco con il sultano, per raccontare questa storia. Questo libro mi ha confermato una cosa che sto scoprendo negli ultimi anni, che, come si dice, dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, oltre che la sua capacità di coordinare e organizzare e far incontrare varie personalità e culture del suo tempo. Non dovremmo pensare alla figura di Federico II come una figura isolata, ma rapportarlo alla sua corte e pensare alla sua figura in rapporto agli altri sovrani e alle altre culture e saperi”. Nelle prospettive di studio e di ricerca, il testo affronta, già dall’indice, questioni che sono nel dibattito storiografico, oggi più che mai. Sia sul piano culturale sia sull’ordinamento giuridico, il Mediterraneo è visto come luogo di incontro e di scontro che porta il lettore ad interrogarsi sul fascino della figura di Federico II; sulle culture che convivevano e si influenzavano alla sua corte e nel suo regno; sulle donne, le molte Costancie, che si alternavano e supportavano l’Imperatore. Il volume è diviso tra mondo latino, arabo, greco e bizantino, incarna l’integrazione tra spazio europeo e mediterraneo perché alla sua corte convivono in modo più o meno pacifico Asia, Europa e Africa. Ogni contributo si concentra su figure specifiche, sono presenti personaggi come Guido delle Colonne, Giacomo da Lentini, Guglielmo IX d’Aquitania, i messinesi della scuola poetica siciliana, Iacopo da Benevento giudice e poeta, Pier della Vigna, Taddeo da Sessa, Michele Scoto, astrologo alla corte di Federico II di Svevia e il magister Riccardo da Lentini prepositus novorum hedificiorum solo per citarne alcuni. Particolare attenzione è dedicata alla Scuola Medica Salernitana, alla Scuola Poetica Siciliana e alle traduzioni di testi scientifici arabi, che hanno contribuito alla diffusione del sapere nel Mediterraneo medievale. Il libro adotta un approccio multidisciplinare, combinando storia, filologia, filosofia e storia della scienza. Gli autori utilizzano fonti primarie e secondarie per ricostruire il panorama intellettuale della corte sveva, evidenziando l’interconnessione tra diverse tradizioni culturali e la promozione di un sapere laico e razionale. Viene sottolineato come Federico II abbia favorito un ambiente di tolleranza religiosa e culturale, dove ebrei, musulmani e cristiani collaboravano alla produzione e diffusione del sapere. Questo volume rappresenta un contributo significativo alla comprensione del ruolo di Federico II come mecenate e promotore di una cultura cosmopolita. Il Mediterraneo come bacino di civiltà, nel quale si intrecciano mondi tra cui astrologia, poesia, diritto, filosofia, storia e architettura. La corte sveva ha integrato conoscenze provenienti da diverse tradizioni e ha anche posto le basi per lo sviluppo di un pensiero scientifico e filosofico che avrebbe influenzato il Rinascimento. “Sapienza, scienza e culture alla corte di Federico II di Svevia. Gli uomini” è una lettura imprescindibile per chiunque sia interessato alla storia medievale, che offre nuove letture della stessa. Il testo fornisce una visione dettagliata e approfondita di un periodo storico cruciale, evidenziando l’importanza della corte sveva come centro di produzione e diffusione del sapere. La chiave di lettura di questo volume, proposto dagli autori, è proprio quella dell’incontro e del dialogo tra le culture, tra le scienze e le arti, con una prospettiva che potrebbe essere spunto di tolleranza, auspicabile per i giorni nostri.

Sapienza scienza e culture alla corte di Federico II di Svevia. Gli uomini” di Francesca Manzari, Officina di studi medievali, 329 pagine; 2024, Collezione “Federiciana”.

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