La parola sconfinata di Maristella Bonomo: “Blu ritratto orizzontale” (Leonida edizioni)
I lacerti di esistenza che la parola riannoda nella direzione dello smarrimento e della reverie, sostanziano la poesia di Maristella Bonomo, siciliana alla sua seconda prova con «Blu ritratto orizzontale» – anche nella traduzione in inglese, «Horizontal Portrait of Blue», a cura di Amy Hough-Dugdale – uscito per i tipi della calabrese Leonida Edizioni. Una poesia di rara intensità, la cui sostanza il compianto Angelo Scandurra, nella prefazione, concentra in concetti poeticamente toccanti: «Maristella Bonomo è attirata dall’immettersi e intrattenersi tra le fessure.
Per questo il ritratto del suo Blu, supponendolo frammento contiguo, non può che essere sconfinato, quindi orizzontale.» Tra orizzonte e tempo infatti «batte concentrica/ l’invisibilità/ in questo blu» con dolorosa e assoluta cognizione: è un commisurare l’incommensurabile distanza da un altro (e corpo e anima e presenza) forse non ancora definitivamente perduto; uno spazio-tempo dove l’io lirico desidera tornare e in cui arde ancora altissima la fiamma della mancanza: «scucio ricucio/ somiglianze alle nuvole/ ai tuoi profili». Nella velocità quantica dello smarrimento della vita e dell’amore – e «non essere a fuoco col tempo» è la misura del consistere del poeta in un qui ed ora incerto – s’impone una dimensione fetale, originaria, di lieto annegamento: un naufragar come ricapitolazione e ricominciamento da un oltregiungerti, così come spesso suggeriscono gli incipit improvvisi, quasi a riprendere il discorso da remotissime fessure interiori. E’ dunque anche questa – così come suggeriva la precedente plaquette «Passi segreti» – una poesia dell’epifania, un incedere teso a ritrovare l’origine, il punto silenzioso della propulsione – amorosa, esistenziale, drammatica – col segno rammemorante ed indelebile della parola: lei «felice antimateria», che svanisce «ad ogni pronuncia/ di mondo», quasi «veglia di un fantasma». Poesia come rivisitazione, versi-fotogrammi dunque – la Bonomo si è formata col cinema – La parola che vede l’immagine titolava la sua tesi – ma anche fotogrammi-ricordi, replay: lì dove insiste il suo essere corpo-voce e sguardo; versi brevissimi, in una forma quasi oracolare segnati pure da alcune soluzioni fonetiche e ortografiche – dentroilcolore; sottocielo; insenso – versi in cui ritornano, il fascino delle onde, la lentezza dei movimenti dei corpi e dei pensieri, i confini intermedi delle luci, la geografia degli abbracci, le mappe di un vissuto tragico e fragile, vigile e assorto ad un tempo: uno scrivere «senza rumore», un versificare aritmico, spezzato, in sintonia coi ritmi di un sentimento indecifrato: «io no so/ quale amore/ circoncide i polsi»; rime come paesaggio di parole – nuvole, foglie, alberi: una sorta di «poetica del quotidiano stupore», in cui si riversa minuzioso il sentimento della vita in un dettato sussurrato e corpuscolare: blu profondissimo.
Maristella Bonomo, Blu ritratto orizzontale – Horizontal Portrait of Blue, traduzione in inglese a cura di Amy Hough-Dugdale, Casa editrice Leonida, Reggio Calabria, 2020 euro 12,00