Lucio Dalla. Una vita (anche) di “cartone”
Lucio Dalla. Una vita (anche) di “cartone”
Super GT è più veloce di beep beep
astro jet jumbo jet
Braccio di Ferro
mangiò spinaci inscatolati
un pugno in faccia gli tirò
E Nembo Kid ha ripulito la città
Lettera X dov’è il segreto di Asterix
Motor X Mister X
Stop! dove vai? cosa fai? se c’è
il Barone Rosso che alle spalle colpirà
Niente paura che tanto arriva Nembo Kid
Che mondo sarà se ha bisogno
di chiamare Superman
Che mondo sarà ha l’effetto
del motore che non va
Ecco perchè son tutti qui
davanti a te Charlie Brown.
(Fumetto: testo di Sergio Bardotti e Gianfranco Baldazzi – Musica di Lucio Dalla)
Cinquantatre anni fa, venerdi 3 aprile 1970, viene trasmessa la prima puntata di “Gli eroi di cartone”, programma indimenticabile, anche per la sigla cantata da Lucio Dalla. Questo mio articolo vuole essere un omaggio particolare al cantautore bolognese a ottant’anni dalla sua nascita. Da ripercorrere sul filo dei ricordi di infanzia e di un programma innovativo proposto dalla RAI ai baby boomers, i figli del boom economico nati negli anni ’60 del secolo scorso. Da appassionato di fumetti e di cartoni animati non posso che ricordare la prima volta che vidi in TV questo “omino” barbuto che sul Primo Canale presentava un programma di nuovo genere sui cartoons. “Gli eroi di cartone” era sorprendente fin dai titoli di testa con quella stramba canzone che irrompeva all’interno della “TV dei ragazzi”, il contenitore di programmi pomeridiano imperdibile per tutti i piccoli dell’epoca. La vita per i giovani in un piccolo paese del profondo Sud, figli fortunati del ceto impiegatizio statale, era semplice. In attesa dell’estate le giornate trascorrevano tra la scuola e i compiti a casa, ma alle 17.30 tutti davanti al televisore. Io spesso andavo a vedere il programma a casa di Giancarlo muovendomi accorto tra le viuzze mentre gli operai ritornavano con le loro Vespa dal cantiere della costruenda Autostrada del Sole. Centinaia di compaesani godettero, così, di un certo benessere che alleggerì l’emigrazione degli anni precedenti. Tuttavia, finiti i lavori, il movimento migratorio verso il Nord riprese presto anche per la concomitante crisi petrolifera scoppiata nell’inverno 1973-74. Dal 1970 la Rai, intanto, aveva deciso di adottare per i più giovani una nuova linea editoriale più adatta ai mutamenti provocati dai movimenti studenteschi e operai del biennio 1968-69. “Nell’epoca della contestazione, in cui tutto è messo in discussione, non si può continuare a dialogare con i ragazzi servendosi degli stessi strumenti e dello stesso linguaggio di quindici anni fa. La retorica, l’improbabilità delle situazioni, la favolistica incredibile non sono più accettate dai nostri ragazzi come mezzi di colloquio (…)Di qui la necessità di introdurre nuove rubriche e nuove trasmissioni, affidate a persone che, quanto meno, hanno l’abitudine di parlare ai ragazzi nel modo che i ragazzi mostrano di ascoltare più volentieri. Le iniziative sono molte: alcune già sperimentate, altre soltanto all’inizio, ed altre ancora in via di realizzazione.” (Giuseppe Bocconetti, Qualche cosa di più, Radiocorriere TV, n. 20, maggio 1970). In conseguenza di ciò Luciano Pinelli e Nicola Garrone (padre del futuro regista Matteo) hanno l’incarico di allestire con la collaborazione di Gianni Rondolino, un ciclo sul cinema di animazione. Figura chiave dell’ideazione e realizzazione è il bolognese Pinelli, proveniente dal mondo del cinema d’autore, avendo ricoperto il ruolo di aiuto-regista dei fratelli Taviani per il film I sovversivi (1967), nel quale è presente tra gli attori Lucio Dalla.“La presentazione de Gli eroi di cartone è affidata a Lucio Dalla che è anche l’autore della musica della canzone-sigla la quale verrà interpretata da Rosalino (Ron), la rivelazione dell’ultimo Festival di Sanremo.” (Radiocorriere TV, n. 12, 1970). Invece è, poi, il barbuto cantautore, che aveva già alle spalle due esperienze sanremesi, a eseguire la sigla del programma, Fumetto (https://youtu.be/sb4XQu42rq8). Il brano è leggermente differente dalla sua versione discografica, più lento e, come dichiara lo stesso Dalla in un intervista “In quel pezzo c’era già un approccio rap verso la canzone. È un pezzo geniale che già anticipava i tempi che, nonostante l’aria gioiosa, si poneva interrogativi sul sociale: che mondo sarà se ha bisogno di chiamare Superman. Era il lontano 1970 e nello stesso album c’era anche Abcdefg” Questo ultimo brano è un pezzo scat, senza parole, vocalizzi alla Dalla insomma, che insieme ad altre dieci canzoni fa parte di Terra di Gaibola (1970). “La scelta di Lucio, come filo conduttore era stata una delle magistrali intuizioni di Luciano. Infatti la musicalità di Dalla (se si fa eccezione per la canzone “Fumetto” della sigla) era sfruttata in chiave di presenza fisica. (…) Disordinato, arruffone, “residuato d’infanzia”, Lucio Dalla voleva difendere i cattivi e intanto metteva sottosopra il set degli “Eroi di cartone”, con l’aiuto della sua “gang”: i suoi orchestrali, capitanati dal riccioluto Rosalino Cellamare.” (Radiocorriere TV, n. 29, 1970). A proposito di cantanti alternativi, Pinelli si occupa poco dopo anche della preparazione di un altro programma dedicato all’animazione, “Mille e una sera”, ideato per la fascia della prima serata del Secondo Canale e rivolto al mondo delle produzioni d’autore. La creazione della sigla viene affidata a I Nomadi (https://youtu.be/-moXkrWYlSE), gruppo che nel 1967 era stato bersaglio di censure e polemiche per via della canzone Dio è morto scritta da Francesco Guccini. Torniamo al programma condotto da Lucio Dalla. Gli eroi di cartone è una (prima) serie di ventitrè trasmissioni di 30 minuti ciascuna, in onda ogni martedì e venerdì alle ore 18:15. Le riprese in studio hanno la funzione di legare tra di loro i vari cartoni animati con corrispondenze dall’estero e interviste realizzate in Italia. Per iniziare si sceglie di trasmettere la versione animata dei Peanuts di Charles M. Schulz. Il programma è così in linea con l’interesse crescente che suscita il medium disegnato nelle università (Umberto Eco, in primis) e fra la critica (Oreste del Buono che dirige la rivista di fumetti Linus). Nel 1965 era stato inaugurato il primo Salone internazionale dei Comics di Bordighera (poi trasmigrato e oggi Lucca Comics).
Gli autori Garrone e Pinelli cercano in tal modo di coniugare modelli alternativi di intrattenimento, mettendo insieme divertimento e attenzione verso i temi sociali. Davanti alle più diverse proposte di cartoons innovativi, completamente diversi dallo stile Disney fin allora dominante, per sollecitare l’attenzione del pubblico, essi preferiscono partire con il “popolare” personaggio dei Peanuts di Schulz (Hai preso una cotta Charlie Brown – https://youtu.be/q-NmCnduX0I ) che simboleggia l’uomo solo in una società altamente industrializzata, l’ individuo atomizzato della grande civiltà dei consumi. “Gli eroi di cartone”, da questo punto di vista apre una pagina completamente nuova nel panorama della vecchia TV di Stato, facendo conoscere i personaggi usciti dalla fantasia dei più bravi e innovativi disegnatori internazionali. Anche l’Italia è ben rappresentata dalle opere di Zac e di Bruno Bozzetto (Il signor Rossi).
La linea antidisneyana viene confermata dai cartoni animati della Warner Bros (Bugs Bunny, Daffy Duck, ecc…). Picchiarello di Walter Lantz rappresenta l’elemento grottesco, Mr. Magoo di Stephen Bosustow segna la rivincita delle (dis)avventure umane su quelle degli animali antropomorfizzati. Con Silvestro, Speedy Gonzales, Willy Coyote e gli altri protagonisti delle storie ideate da Friz Freleng, Robert McKimson e Chuck Jones, la violenza entra senza mezzi termini nel mondo dei cartoons: questi personaggi cercano addirittura di distruggersi adoperando il fucile, il cannone o, addirittura, la dinamite.
Nell’era odierna del politically correct queste produzioni non sono più proponibili. Se nel decennio ultraconservatore degli anni ’50 veniva imposto ai fumetti il Codice Morale, oggi si assiste ad una altrettanta forma di censura che promana però dalle case di produzione se non dagli artisti stessi. Visto il successo crescente già durante la prima edizione viene riproposta un’ulteriore trasmissione ogni sabato alle 21.15 sul Secondo Canale, integrata da interviste con gli autori dei fumetti e da interventi di intellettuali del calibro di Umberto Eco, Roberto Giammanco, Fernaldo Di Giammatteo, Carlo Della Corte, Gianni Rondolino, Maurizio Calvesi e Ruggero Orlando. Percorrendo questo solco critico Lucio Dalla intervista anche personaggi del cinema come l’attrice Claudia Cardinale per via della sua partecipazione al film La pantera rosa (1963) di Blake Edwards, i cui titoli di testa vedono protagonista la Pink Panther di Friz Freleng. Il famoso personaggio è sofisticato, tipico dei nuovi tempi consumistici, apparentemente sradicato dal tessuto sociale e culturale della coeva società, simbolo umoristico di quel “disimpegno” che avrebbe dominato un decennio dopo e che in questi anni invece è visto con sospetto.
A farne le spese sono cantanti come Lucio Battisti, arrivato al successo proprio in quei primi anni ’70, che la “vulgata” di una certa sinistra ritrae come fascista, quando, in realtà, le sue canzoni esprimono il sentimento della “maggioranza silenziosa” degli italiani. Per capire il clima di quegli anni bastino le parole di Dalla stesso che, sulla scorta di 4/3/1943, eseguita a Sanremo nel 1971 dichiara: ”Immediatamente per venti milioni di italiani che seguivano il Festival ero un cantante di successo. Ma stranamente mi etichettavano come un cantante di sinistra. La gente il giorno dopo mi fermava per strada e mi chiamava compagno. Non che mi dispiacesse: ero sempre stato di sinistra. Solo che non mi pareva di aver interpretato una canzone politica.” Sergio Trinchero – collaboratore de “Gli eroi di cartoni” – nel suo libro Vita col fumetto (1983), racconta alcuni aneddoti su Dalla che partecipa al Festival con 4/3/1943. Il cantautore è costretto ad apportare alcune censure al testo. I versi “e anche adesso che bestemmio e bevo vino/per ladri e puttane sono Gesù Bambino“, vengono sostituiti da “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino/per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”. Comunque sia, resta una canzone molto spinta per una certa Italia, scandalizzata anche dal fatto che a cantarla è il conduttore di un programma per “bambini”. Così Trinchero: “Era, in fondo, una canzone a una mamma, ma che combinava irriverenza e religiosità, poesia e ribellione. La gente la fischiettò subito e la ribattezzò: Gesù bambino. Lucio cominciò a far serate dappertutto e diventò un grosso problema. Già non era stato mai puntuale alle registrazioni, adesso: beato chi lo vedeva! Pinelli fu costretto a cercarsi un nuovo presentatore.” La scelta – infelice – del sostituto cade su Pippo Franco, allora pressoché sconosciuto al grande pubblico. La sua conduzione di tipo comico mal si concilia con la filosofia del programma e dopo alcune puntate si torna a Dalla, nonostante gli impegni crescenti. Come era avvenuto l’anno precedente, accanto all’edizione pomeridiana de “Gli eroi di cartone”, se ne affianca una serale settimanale, condotta dalla coppia Dalla/Taddei e trasmessa di sabato in prima serata sul Secondo Canale. In occasione dell’esordio di questo nuovo ciclo serale che inizia il 19 giugno1971 (e si chiuderà il 28 agosto), ricorda Trinchero: “Con Pinelli e Lucio, in redazione si torna a respirare sana aria emiliana. Anche perché, al terzo vertice del triangolo bolognese ci sarà Federica Taddei, coadiuvante di Lucio alle presentazioni. Federica è intelligente come il cantautore, ma un bel po’ più bella. Come Lucio, alterna al brio, delle pause malinconiche.” Trinchero era entrato nello staff nella stagione televisiva ’70-’71. Lucio Dalla lo intervista in un “dietro le quinte” curioso, che svela i meccanismi costruttivi del programma: Pinelli lo ha incaricato di curare “Bugs Bunny”, proponendosi in generale l’approfondimento sui personaggi dei cartoons americani dalle origini alla vigilia della seconda guerra mondiale.
In un articolo uscito su Linus (n. 75, giugno 1971) Trinchero racconta gli aspetti prestigiosi e innovativi di queste nuove puntate: “Al di là dei fini spettacolari di un divertimento intelligente la rubrica de “Gli eroi di cartone” ha come intento culturale quello di fornire agli studiosi di cinema e a quelli dei fumetti, un repertorio, mai arrivato in Europa, indispensabile per la conoscenza di un fenomeno artistico di eccezionale cospicuità.”. Tra le varie opere d’animazione visionate dallo staff vi sono anche i cartoons per “adulti” di Betty Boop, di cui vengono ricordati i numerosi problemi con la censura statunitense, e l’ungherese Gustavo o il maturo L’onesto Charlie. “Gli eroi di cartone” affronta anche le produzioni più mature e drammatiche, come nel caso del cortometraggio di propaganda The Sinking of the Lusitania (https://youtu.be/wq7hMuiz1mI) di Winsor McCay (1918), incentrato sul tragico affondamento del transatlantico inglese Lusitania ad opera di un sottomarino tedesco nel 1915. La gestione de “Gli eroi di cartone” di Luciano Pinelli con la conduzione di Lucio Dalla termina definitivamente nell’estate del 1971 con la puntata serale del 28 agosto. Il programma torna in onda a partire dal novembre di quello stesso anno unicamente nella fascia pomeridiana sotto la nuova guida di Nicoletta Artom e Trinchero stesso. Si apre un ciclo di puntate che prosegue fino al 1976. Nulla è più come prima. E’ il periodo della crisi petrolifera che segna la fine del ciclo espansivo dell’economia postbellica contrassegnata dal keynesismo. Il terrorismo miete inarrestabile le sue vittime. Dalla, dichiarerà anni dopo in una intervista: “Gli eroi di cartone” è stato un programma molto importante per me. Aveva delle uscite bisettimanali e, quindi, era un’attività totalizzante. Per il primo anno, l’ho fatto con piacere. Poi, come tutte le cose che si ripetono, ha perso quell’impatto forte degli inizi. Allora ero molto vicino al mondo dei cartoni. In seguito i cartoni si sono normalizzati perdendo la loro carica corrosiva.”
Bibliografia
Felice Liperi,Storia della canzone italiana, 2011.
Sergio Trinchero,Vita col fumetto, 1983
Linus n. 75,1971
Radiocorriere TV, 1970-1971
Sitografia
https://anni70-latvdeiragazzi.over-blog.it
https://www.anni70.net
https://alemontosi.blogspot.com
https://elogioallafollia.altervista.org