Mario Perrotta attraversa Italo Calvino al Centro Zo di Catania

Due pilastri: Italo Calvino e, accompagnati dall’intelligenza e dalla potenza costruttiva di questo classico della letteratura novecentesca, una riflessione autentica sulla libertà. Una riflessione ulteriore sulla libertà che si dispiega e acquista forza in Mario Perrotta particolarmente nei mesi successivi all’esperienza della pandemia e incrocia, per intero, la sua ricerca artistica e la produzione teatrale conseguente. Raccontiamo, proprio nel centenario della nascita di Calvino, di “Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà” lo spettacolo che ha debuttato a marzo scorso al Teatro Carcano di Milano e si è visto in replica, sabato 7 ottobre, al Centro Zo nel contesto della rassegna “Altre scene 23/24”, organizzata dallo stesso Centro Zo, in collaborazione con la Rete siciliana di drammaturgia contemporanea Latitudini. Uno spettacolo di narrazione certo, ma costruito teatralmente a partire dalla ricostruzione interiore e poi da una sapiente tessitura di personaggi, parole, stati d’animo e azioni tratti da pagine celebri dello scrittore genovese. Il primo e più importante è il Nano, abitante del torinese istituto Cottolengo del romanzo autobiografico “La giornata di uno scrutatore”: un personaggio laterale anche se disegnato magistralmente; un personaggio paradossale perché pervaso da un amore febbrile e incoercibile per la libertà (e per quanto di amore e vita felice ne deriva), tanto più forte quanto più, concretamente, impossibile. Il nano, magica giacca di pailettes addosso, è anche il personaggio dello show che guida l’evolversi della narrazione fino a chiuderla con una struttura ad anello. Si passa quindi alla vita mirabolante, ricca di peripezie e tutta caparbiamente vissuta sopra gli alberi, di Cosimo di Rondò, il meraviglioso protagonista del “Barone Rampante”. Il terzo personaggio è evidentemente Palomar, il protagonista (molto autobiografico anch’esso) dell’omonimo romanzo che ci piace definire meditativo e sapienziale. Basta? Evidentemente no, perché il tema della libertà, considerata nella dimensione culturale e politica della contemporaneità, attraversa per davvero tutta l’opera di Calvino e quindi ecco echi delle Città invisibili, echi delle Cosmicomiche, echi del Cavaliere inesistente attraversato recitando a ritmo rap. È abbastanza inutile notare e ribadire, anche qui, la maturità e la maestria con cui Perrotta costruisce, tesse ed esegue questo spettacolo, tuttavia c’è un elemento formale profondamente insito nella narrazione che non va sottovalutato, l’elemento che regge il tutto e che fa sì che lo spettacolo resti in equilibrio tra il rovello della ragione che indaga e si sforza di capire la realtà e l’emozione ineffabile della libertà di chi la realtà non la subisce ed anzi è capace di forzarla e ribaltarla: si tratta del ritmo, del ritmo che innerva il gesto narrativo e lo ordina. Un ritmo che Perrotta, pur seduto su una sedia o persino incatenato ad essa, sa bene come maneggiare e attraversare con consapevole leggerezza seppure talvolta, rallentando o accelerando eccessivamente, rischia di indebolire la colta magia dello spettacolo.

Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà

Catania, Centro ZO 7 ottobre 2023. Scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta. Collaborazione alla regia Paola Roscioli. Mashup e musiche originali di Marco Mantovani e Mario Perrotta. Con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Comune di Medicina in collaborazione con Teatro Asioli di Correggio, Duel. Crediti fotografici: Luigi Burroni.

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