Al Piccolo Teatro della Città di Catania Testimoni oltre il buio

Di Francesca Vitale

Con Rossana Bonafede, Egle Doria, Alceste Ferrari, Salvo Disca, Ketty Governali, Liborio Natali, Tony Palazzo, Francesca Vitale. Con la collaborazione di studenti e studentesse del corso magistrale di Drammaturgia, di Comunicazione della cultura e dello spettacolo e di Filologia moderna del DISUM, università di Catania. Direzione tecnica di Riccardo Vanetta. Produzione La memoria del Teatro (Catania- Milano)

 I WILL DO THE BEST I CAN

Si è conclusa, con gli spettacoli di sabato 18 e domenica 19 maggio, la rassegna dell’Associazione La memoria del Teatro, Palco Off, giunta alla sua XI edizione.

Per lasciare un messaggio profondo e intenso al pubblico che accorre sempre numeroso a tutti gli appuntamenti, è stato scelto un tema e un testo dal significato quanto mai necessario e urgente: quello dei diritti umani.

Si tratta dello spettacolo Speak truth to power, nato da un progetto, partito dal libro di Kerry Kennedy, che ha visto poi una mostra fotografica e uno spettacolo messo in scena negli Stati Uniti, che si è posto l’obiettivo di creare una consapevolezza e quindi una coscienza su tutte le violazioni dei diritti umani nel mondo, attraverso la testimonianza di chi è stato vittima di vari soprusi, abusi e violenze o di chi ha deciso, a un certo punto della propria esistenza di fare qualcosa, di diventare un attivista per la difesa di ciò che dovrebbe essere imprescindibile in paesi democratici. Oltre 50 testimonianze sono diventate testo teatrale e recitate da grandi attori del panorama anglosassone.

Grazie alla fondazione RFK, il progetto ha dato il via a un’intensa attività di sensibilizzazione e da anni la trasposizione teatrale del testo è già stata messa in scena all’estero e in Italia, ottenendo uno straordinario riscontro di pubblico e critica.

La sensibilità e la competenza -maturata in tanti anni di professione nel mondo del teatro- la passione e l’intuito nelle scelte di proposte sempre nuove e sorprendenti, hanno portato Francesca Vitale ad accogliere la validità di un tale lavoro e a curare un’edizione in italiano alla quale è stato dato il titolo di Testimoni oltre il buio.

Questo titolo non traduce fedelmente quello inglese ma dà una nuova chiave di lettura all’intenzione artistica: lì si trattava di denunciare, protestare, pacificamente contro il potere, tutte le forme di potere, qui si tratta di fare conoscere, di raccontare per lasciare un segno nella memoria collettiva di coraggio, di solidarietà, di empatia. Una testimonianza necessaria per fissare delle pietre miliari in un mondo in gran parte superficiale ed egoista.

Così, con la collaborazione degli studenti del corso di Laurea di Drammaturgia e Comunicazione della cultura e dello spettacolo e di Filologia Moderna dell’Università di Catania, Francesca Vitale ha dato “le parole ai difensori dei diritti umani che continuano a operare contro le ingiustizie per cambiare il mondo”, e ha realizzato una versione ridotta a otto personaggi che si raccontano e lasciano al pubblico un’ eredità importante.

In scena Rossana Bonafede, Salvo Disca, Egle Doria, Alceste Ferrari, Ketty Governali, Liborio Natali, Tony Palazzo e la stessa Francesca Vitale, raccontano otto storie di diritti mancati e riconquistati.

C’è il bullismo, c’è la violenza domestica sulle donne, c’è la condizione dei malati di mente, c’è la schiavtù minorile, c’è la tortura e ci sono le mutilazioni genitali, c’è il genocidio, c’è la distruzione dell’ambiente.

Tutte vicende narrate in prima persona da protagonisti che per prima cosa riferiscono al pubblico il proprio nome e la provenienza. Ci sono storie ambientate in Africa, in Ungheria, in Guatemala, In Polonia, negli stessi Stati Uniti… Situazioni molto diverse tra loro, accomunate da un unico elemento necessario: il coraggio.

Mentre gli attori leggono le diverse testimonianze, alle loro spalle scorrono immagini che illustrano o commentano quanto raccontato, producendo un effetto di grande pathos.

Molto intense le interpretazioni di tutti gli attori, una significativa rappresentanza del teatro catanese, che hanno fatto proprio l’obiettivo del progetto e hanno restituito al pubblico la rabbia, l’indignazione, la volontà di cambiamento degli otto personaggi. Peccato solo che abbaino letto e non recitato.

Sul finale, dopo la storia di una donna africana che ha combattuto contro lo sfruttamento a fini capitalistici del territorio in una foresta, rimane il vero messaggio condensato in una frase tratta dalla fiaba del colibrì, l’uccellino che con la sola forza del suo becco cerca di spegnere l’incendio: “I will do the best i can”

Quello che dovrebbe fare ognuno di noi.

 

 

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