Con Pinter non si sbaglia: “Il Compleanno” al Teatro Massimo di Siracusa

Con Pinter non si sbaglia: Il Compleanno

Se in teatro non si vuol sbagliare c’è Harold Pinter e uno qualunque dei suoi meravigliosi e inesauribili congegni drammaturgici. Sono testi che vanno solo studiati e capiti, testi che sanno afferrare lo spettatore, confonderlo e condurlo sempre dove vogliono. È quasi una regola e vale a qualsiasi livello. Nel caso dello spettacolo di cui parliamo, “Il compleanno” (The Birthday Party, del 1958, nella traduzione di Alessandra Serra), siamo a un livello molto alto, con un maestro della regia novecentesca, Peter Stein, e un solidissimo cast d’interpreti all’altezza del compito a cominciare da Maddalena Crippa (Meg), ovviamente, e poi gli altri: Alessandro Averone (in gran spolvero nel ruolo di Stanley), Gianluigi Fogacci (Goldberg), Fernando Maraghini (Petey), Alessandro Sampaoli (McCann), Emilia Scatigno (Lulu). Si tratta di una messinscena rigorosa: esatta nel ritmo, nelle relazioni, nei volumi di scena, nei colori, nella tipizzazione e nella dinamica dei personaggi, nella capacità di tenere attivo il misterioso, inquietante e minaccioso sottotesto che di battuta in battuta, di scena in scena invade tutto e, senza svelarsi nella sua realtà, tutto determina e poi distrugge. Un solo aspetto di questo lavoro non convince e occorre scriverlo con chiarezza perché è particolarmente vistoso e pervasivo dello spettacolo: nella sua interpretazione Maddalena Crippa sceglie di assumere un complessivo atteggiamento da sciura e una colorazione linguistica ostentatamente lombarda che non sembra molto meditata e certo non è congrua con il testo in oggetto né con la poetica di Pinter.

Questo è poi il nodo dello spettacolo: ognuno di noi vive in un fondo di mistero insondabile e irrisolvibile, politicamente, economicamente e culturalmente determinato, un mistero che ci condiziona, ci plasma e ci blocca, ci consuma dentro più di quanto possiamo immaginare e più di qualsiasi evento esteriore. Un mistero che avvolge la nostra vita e ce ne rende estraneo il senso. In un piccolo pensionato inglese di pochissime stanze gestito per arrotondare da una coppia già in età, vive da più di un anno Stanley, un musicista depresso che ozia continuamente e sa diventare assai sgradevole se contraddetto. Meg lo accudisce e lo fa oggetto di molte (e non sempre trasparenti) amorevoli attenzioni, ma l’equilibrio si rompe quando nel pensionato vengono a dormire due loschi individui che subito rivelano il loro interesse oscuramente ostile per Stanley. Alternano gentilezza e prepotenza, ironia e toni perentori: personaggi teatralmente molto caratterizzati, anonimi rappresentanti di commercio, equivoci uomini d’affari, oscuri travet, malavitosi, se non proprio gangsters, in incognito. Si organizza la festa di compleanno di Stanley, suo malgrado e malgrado egli protesti che no, quel giorno non è il suo compleanno, ma durante quella festa tutte le contraddizioni implicite e sottintese sembrano deflagrare tra menzogne, mascheramenti, alcol, sesso fedifrago, violenze tentate e subite, minacce. La vita si dispiega in tutta la sua orrida e sporca autenticità. Finita la festa Stanley accusa un definitivo crollo psichico, i due lo trascinano via privo di sensi mentre Meg e Petey non capiscono, non possono capire fino in fondo, cosa è accaduto in quella notte. La vita appunto, in tutta la sua orrida e sporca autenticità, ci resta estranea.

Visto a Siracusa, sulla scena del Teatro Massimo, il 2 dicembre 2023.

Il compleanno

Di Harold Pinter, traduzione in italiano di Alessandra Serra. Regia di Peter Stein. Con Maddalena Crippa, Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci, Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli, Emilia Scatigno. Scene di Ferdinand Woegerbauer, costumi di Anna Maria Heinreich, luci di Andrea Violato. Produzione TieffeTeatro Milano, TSV – Teatro Nazionale, Viola Produzioni. Crediti fotografici: Maria Pia Ballarino.

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