SIGNOR Sì, E’ LA MATASSA

di Agata Raineri, con Maria Grazia Cavallaro e Luciano Leotta, musiche originali del M.tro Alessandro Cavalieri, scene e costumi di Chiara Viscuso, produzione Teatro del Canovaccio.

FEDE, SPERANZA, CARITA’

Lo spettacolo di apertura della stagione 22/23 del Teatro del Canovaccio è una piccola

carezza per l’anima: Signor sì, è la matassa.

Una storia, scritta e diretta da Agata Raineri durante il lungo periodo dell’isolamento per la pandemia.

Signorsi! È la matassa, dunque, è l’ esorcizzazione tragicomica del dramma della sopravvivenza a eventi negativi.” (note di regia)

Le parole dell’autrice ci offrono il filo per dipanare questa matassa ed entrare come indiscreti spioni in un dialogo surreale e poetico, di una pièce musicale che si muove sulle voci di due protagonisti-antagonisti, un uomo e una donna apparentemente differenti, in realtà accomunati dall’aver vissuto esperienze terribili alle quali sono rimasti legati da una memoria che, talvolta, tende a rimuovere, talvolta a recuperare per superare.

Miles, il custode del giardino e Lady Bag, infermiera crocerossina per imposizione del padre, sono due creature oniriche, un po’ bohemien, un po’ Mary Poppins, sono afflitte da due forme di follia che non si incontrano. In un articolato dialogo, si raccontano le loro storie, si confidano in un complesso e divertente gioco di parole, in uno scambio di calambours e confessioni. Svolgono il filo della “matassa coperta di glassa”, edulcorando la solitudine e l’angoscia della memoria col sogno della speranza. Fede, speranza e carità, dice Lady Bag, l’hanno tenuta in vita di fronte al dolore umano; ora, nel giorno del suo compleanno, la devono spingere verso il futuro, velando il presente della bellezza di cose piccole e inattese.

Una giovane donna (che ricorda molto la Gelsomina felliniana), ingenua e dolce, e un simpatico stravagante ex combattente, nel groviglio complesso dell’esistenza, trovano la loro cifra di sopravvivenza nel costruire un gioco fatto di sogno e illusione, nel pensiero di iniziare un viaggio su una mongolfiera tra le nuvole.

E, poiché “la matassa ci spaventa tutti”, su quella panchina, accompagnati dalla melodia dolce e crepuscolare scritta dal maestro Alessandro Cavalieri , per poco più di un’ora, anche il pubblico ha sognato, insieme a  Maria Grazia Cavallaro e Luciano Leotta, deliziosi, teneri, commoventi nella loro stravaganza e profonda umanità, incorniciati dalla scenografia e dai  costumi di Chiara Viscuso.

Lo spettacolo ha riempito la sala del Teatro per sei serate nel mese di Novembre.

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