Feltrinelli, 14 novembre 2023, pp. 240, € 18,00 (cartaceo) € 9,99 (eBook)
“Che c’entra Van Dyck con Santa Rosalia?” (….) “Io ci scriverei qualcosa”
La domanda se la pone Giuseppina Torregrossa durante un suo viaggio a New York, in visita al Metropolitan Museum, davanti al dipinto del pittore fiammingo Anton Van Dyck, Santa Rosalia che intercede per la fine della peste.
Così, a quella domanda, postasi nel 2023 la scrittrice palermitana ha dato risposta scrivendo il romanzo storico La Santuzza è una rosa, pubblicato a novembre dello stesso anno per Feltrinelli.
Il romanzo ci porta a Palermo, verrebbe da dire ovviamente, per il titolo che ci rimanda alla santa protettrice della città, ma anche perché la Torregrossa ha un legame fortissimo con Palermo e i suoi romanzi sono tutti ambientati nel capoluogo siciliano e nei dintorni.
La vicenda si svolge tra il 1613 e il 1625 negli anni tormentati dell’epidemia di peste.
I personaggi che si muovono su questo sfondo sono frutto di una intensa ricerca che la scrittrice ha condotto dopo quella visita dalla quale ha scoperto che il pittore olandese ha soggiornato a Palermo dove aveva trovato la sua ultima dimora la pittrice siciliana, Sofonisba Anguissola, e che al lui era stato commissionato il dipinto che avrebbe dovuto raffigurare Santa Rosalia quando e se fosse stata scelta come Santa Patrona. La lunga “procedura” che ha portato la Chiesa ad accettare il cambiamento (dai quattro santi protettori alla Santuzza) è parte centrale del racconto storico che vede la presenza di personaggi illustri come l’Arcivescovo Giannettino Doria, il gesuita padre Giordano Cascini, che, nell’intento di far accettare dalle alte cariche ecclesiastiche Santa Rosalia come patrona di Palermo, cerca testimonianze che diano lustro alle origini della Santa e ne dimostrino la straordinarietà miracolosa.
La ricca struttura narrativa concepita dalla Torregrossa ruota, poi, intorno a una figura di fantasia, personaggio centrale, Viciuzza, figlia di una prostituta, alla quale appare regolarmente – e solo a lei- la Santa eremita con il suo profumo di rosa, che la aiuta in momenti difficili, le parla, salva la sua vita e quella della creatura che la ragazza mette al mondo dopo una violenza subita, affidandola alla protezione di quella pittrice illustre che si era stabilita in città. Le loro vite si intrecciano e si completano nelle strade e nei monasteri, nei palazzi nobiliari (ancora in costruzione), nelle chiese e nei mercati popolari di una Palermo magnifica e sontuosa, misera e sporca, santa e puttana, come era allora, come è ancora adesso, come la Torregrossa sa e rappresenta molto bene.
Leggere questo romanzo è come fare un percorso a ritroso nella storia e riempirsi di meraviglia: lo stupore nasce dalle rivelazioni e dalla fantasia, dalla passione e dalla tenerezza, dalla coloritura delle situazioni che passano dalla miseria al sogno, dalla fede alla superstizione, dalla poesia alla pittura, dai giochi di potere al folklore.
Giuseppina Torregrossa è tornata al romanzo storico dopo Manna e miele ferro e fuoco (uscito nel 2011), giungendo qui a una cifra solenne, matura, ricca di riferimenti e ricerca, che ha eliminato l’aspetto erotico, sempre forte nella sua narrazione, e anche la presenza di ricette e riferimenti culinari, qui lievemente accennati. Forse la fede che ogni palermitano rivolge a Santa Rosalia ha motivato l’ispirazione dell’autrice verso una scrittura più pudica, se così possiamo dire, ma altrettanto affascinante. E’ un romanzo corale che dà spazio al popolo, alle suore, agli artisti, ai preti e alle confraternite, ai Gesuiti, e fa sentire le loro voci, le loro ragioni, i suoni e i profumi di un intero mondo.
La figura di Santa Rosalia appare come donna, donna miracolosa, donna sorridente, quella donna che rappresenta non solo la santa ma una “femmina” eroica, che si è opposta al matrimonio con Baldovino, ha vissuto come voleva ed è per questo che è così amata. Perché è un esempio, una speranza. Così si presenta nel romanzo, così la vedono i palermitani, così tutte le donne possono trovare in lei un modello, una guida, una protezione.
Ed è lei la protagonista del romanzo, la Santuzza che è una rosa, insieme a Palermo.